Le sigarette mandano in fumo l’effetto riposante del sonno, ‘risucchiando’ il sonno profondo, ovvero proprio la fase più ristoratrice delle nostre dormite. Lo dimostra uno studio di Naresh Punjabi della Johns Hopkins University School of Medicine a Baltimora, il primo a fornire una spiegazione solida del perché i fumatori accusano spesso disturbi del sonno e lamentano stanchezza anche dopo molte ore di riposo.
Pubblicato sulla rivista Chest, lo studio si è basato sull’analisi dell’attività elettrica del cervello di fumatori e non fumatori durante il riposo notturno. Dormire significa per il nostro cervello attraversare diverse fasi di attività; oltre a quella forse più nota, la fase REM durante la quale sogniamo, ce n’è una non meno importante chiamata sonno profondo: è il momento in cui il nostro cervello recupera le forze per prepararsi alle fatiche del giorno che verrà.
Se questa fase è ridotta o disturbata, potremmo dormire anche per dieci ore ma al mattino ci sentiremmo stanchi ugualmente. La nicotina è noto essere un composto con azione stimolante, per cui già da tempo se ne ipotizzavano effetti ‘disturbatori’ sul sonno. Gli esperti sono risaliti però alla radice di questi effetti. Hanno osservato l’attività elettrica del cervello di un gruppo di fumatori e non fumatori mentre dormivano. Ed hanno visto che i fumatori hanno una fase di sonno profondo più corta, inoltre le prime fasi del sonno, ovvero quelle che intervengono subito dopo esserci addormentati, sono letteralmente messe ‘sotto sopra’ dal fumo, appaiono infatti ‘scombussolate’ nel cervello dei fumatori. Questi risultati sono importanti e spiegano finalmente perché i fumatori lamentano spesso di non trovare ristoro nel sonno; inoltre conoscere gli effetti della nicotina sul riposo è un aspetto molto importante per trovare rimedi per smettere di fumare.
Se poi a qualcuno venga in mente di dire “meglio fumare cannabis”, c’è un’altra bella notizia a riguardo.
I fumatori di cannabis non danneggiano solo i polmoni e la memoria, ma anche le gengive, facendole recedere e causando perdita di denti. Lo studio neozelandese della Scuola di Medicina di Dunedin indica che la malattia peridentaria colpisce chi fuma più spesso. Nell’insieme, fra i fumatori abituali, cioè chi fuma in media 41 spinelli l’anno, fra 18 e 32 anni, il rischio di contrarre la malattia è del 60% superiore alla media della popolazione.
Che bello fumare!
Se vorreste smettere di fumare potete andare sul sito presente nei nostri links Stop Smoking! (pagina rimossa) dove ci sono vari consigli su come smettere, non è mai troppo tardi per farlo!
Dati reperiti dal sito ANSA