La foto qui sotto, o meglio quello che si trova all’interno della cornice, ritrae l’opera digitale “Everydays – The First 5000 Days” dell’artista Beeple, nome d’arte di Mike Winkelmann. Essa rappresenta un college di immagini create da Beeple per la sua serie personale Everydays, avviata nel lontano 2007. Ti starai chiedendo ora cosa c’entri tutto questo con gli NFT, di cui sei venuto a conoscenza dopo la visione di un video su YouTube o una discussione su un forum.
Ebbene, devi sapere che un NFT raffigurante questa opera d’arte è stato venduto nel 2021 dalla casa d’aste Christie’s per 63,9 milioni di dollari. Si tratta del prezzo più alto mai pagato per un NFT.
Senza perdere altro tempo, se tutto questo ha stuzzicato il vostro interesse, qui sotto trovate un indice rapido con tutti gli argomenti trattati nel nostro approfondimento sugli NFT.
Cosa sono gli NFT
Abbiamo citato l’opera d’arte di Beeple non a caso. Quando infatti si parla di NFT, spesso si ricorre all’uso dei quadri per spiegare il loro significato “ai non addetti ai lavori“. Per definizione, gli NFT sono token non fungibili (Non-Fungible Token in inglese). Da una parte la parola token indica la presenza di tutta una serie di informazioni digitali legate a ogni file. Dall’altra parte, l’aggettivo non fungibile, segnala la loro individualità specifica.
Ma torniamo all’esempio del quadro per chiarire meglio il concetto. Un’opera d’arte rientra tra i beni non fungibili poiché è un pezzo unico, non si può cioè scambiare con uno stesso quadro. Infatti, per quanto possa avvicinarci, una copia non sarà mai come l’originale.
Ecco perché i token non fungibili (NFT) sono diversi dai token fungibili, che per comodità accosteremo alle valute classiche e alle criptovalute. Se tu infatti presti 5 euro a un amico, quando lui te li restituisce avrai nel portafoglio gli stessi soldi che avevi prima. Lo stesso discorso vale per le criptovalute: se scambi un Bitcoin con un altro Bitcoin, il tuo patrimonio rimane identico, non cambia nulla.
Ricapitolando, gli NFT sono informazioni digitali che assegnano a un file una sua individualità e peculiarità. Se si parla di un’opera d’arte digitale, un NFT rappresenta la firma dell’autore. Quest’ultima consente non solo di riconoscere l’autenticità dell’opera, ma anche di cederne la proprietà, proprio come successo al quadro di Beeple.
Come funzionano gli NFT
Gli NFT si basano sulla blockchain (trovate maggiori informazioni a questo link), una sorta di enorme registro digitale condiviso (accessibile da chiunque ma non modificabile). Per essere più precisi, per la creazione dei token unici, la blockchain di Ethereum è la più utilizzata. Una volta creato, il token viene trasferito in un wallet, dopodiché può essere liberamente scambiato. Lo scambio – è importante sottolinearlo – avviene tramite smart contract, ovvero protocolli informatici che facilitano, verificano, o fanno rispettare, la negoziazione o l’esecuzione di un contratto oppure per via manuale.
Come vedi si tratta di un funzionamento semplice, che non richiede chissà quale ingegno per essere compreso è necessario solo inizialmente capire il significato di questi nuovi termini (token, blackchain, wallet, smart contract, etc).
Il concetto di proprietà
Ricordi che abbiamo iniziato la nostra guida con la vendita per quasi 64 milioni di dollari del quadro di Beeple? Ecco, quando si parla di NFT bisogna sempre ricordare che essi equivalgono a veri e propri asset, ovvero un bene di proprietà che ha un valore quantificabile tramite valuta, che si può scambiare tramite compravendita e che si può convertire in denaro liquido, si possono cioè acquistare o vendere.
Esiste però una differenza sostanziale rispetto alla maggior parte dei beni acquistabili oggi. Poniamo il caso che tu decida di comprare una bici elettrica da Decathlon: ti presenti in negozio, informi l’addetto vendite sulla tua volontà di acquisto, compri la bicicletta e torni a casa con lei. Dopodiché inizi a usarla, in città, in campagna, dove vuoi, magari la presti a un tuo amico, la sottoponi a manutenzione, ecc. Fino a quando, un bel giorno, non arriva il momento della separazione, perché ormai troppo deteriorata o perché è appena uscito il nuovo modello.
Ecco, oggi tale concetto è replicabile 99 volte su 100 a qualunque altra esperienza d’acquisto. Gli NFT, invece, funzionano diversamente. Pensa a chi ha acquistato il token non fungibile del primo tweet della storia. D’accordo, è suo, ma il concetto di proprietà cambia radicalmente. In che modo lo possiede? Gli NFT, per loro stessa natura, non rappresentano solo opere uniche, ma anche digitali e (soprattutto) accessibili a tutti.
Il primo tweet apparso sulla piattaforma di microblogging, può e potrà ancora essere letto da tutti, non solo da chi lo ha acquistato. Per questo motivo gli analisti dell’economia classica sostengono che, in fin dei conti, gli NFT offrono soltanto il diritto di vantarsi (“bragging rights“).
Nota: prima abbiamo fatto l’esempio della bicicletta elettrica, ma potevamo scegliere qualsiasi altro prodotto, come lo smartphone o il computer.
Come si creano gli NFT
Gli step per creare (e vendere) gli NFT sono sostanzialmente tre:
- Impostazione di un Ethereum Wallet:
- Acquisto di una piccola somma di Ethereum;
- Collegamento del portafoglio appena creato a un marketplace che vende i token non fungibili.
Per prima cosa è indispensabile impostare un portafoglio digitale dove conservare la criptovaluta Ethereum. Questo stesso wallet verrà poi collegato al marketplace che sceglierai per vendere gli NFT.
Il secondo passo consiste nell’acquistare una piccola somma di Ethereum, richiesta dal marketplace per mettere in vendita il primo NFT, o meglio, per eseguire l’upload del file digitale. Infine, non resta che scegliere la piattaforma di vendita per poi collegare il wallet impostato in precedenza.
Ad oggi, il marketplace di riferimento è OpenSea, mentre un’alternativa più che valida è Rarible.
Per quanto riguarda invece l’apertura del wallet digitale, l’app consigliata dallo stesso portale di OpenSea è Meta Mask. L’applicazione è disponibile sia per dispositivi Android, iOS e come estensione per browser Chrome, Edge, Firefox e Brave (sezione download a questo link).
Come si comprano gli NFT
La procedura per l’acquisto di un NFT non è poi così differente rispetto a quella vista per la sua creazione. Anche in questo caso, infatti, è indispensabile impostare un wallet in grado di interagire con la blockchain utilizzata per la creazione del token NFT. Dal momento che nella maggior parte dei casi si tratta della blockchain di Ethereum, dovrai disporre di un portafoglio digitale di facile utilizzo e in grado di supportare la rete in oggetto (Ethereum appunto).
Il passaggio successivo è l’acquisto della criptovaluta Ethereum, nella quantità sufficiente per completare l’acquisto del token unico che desideri acquistare. Ricorda che puoi pagare sia con carta di credito che di debito.
Fatto questo, procedi pure con la creazione di un nuovo account sul marketplace dove vuoi comprare un determinato NFT. L’unico requisito è collegare il wallet di Ethereum creato in precedenza.
Ora non ti resta che navigare sul marketplace e cercare il token non fungibile di cui vuoi diventare proprietario. Se si trova all’asta rilancia l’ultima offerta, altrimenti seleziona il tasto “Buy now” per acquistarlo immediatamente.
Al momento dell’acquisto firmerai due transazioni: la prima per incapsulare i vostri Ether nella versione ERC-20 della criptovaluta (wETH), la seconda per pagare il venditore. Alla somma richiesta per cedere la proprietà del token NFT, dovrai poi aggiungere le spese di transazione, quantificabili in 0,022 Ether, circa 50 dollari al cambio attuale.
Come investire sugli NFT: le piattaforme migliori
Le potenzialità dei token unici fanno sì che essi rappresentino una reale forma di investimento. La piattaforma principale per negoziare un NFT è Open Sea, allo stato attuale delle cose il più grande marketplace presente in rete.
Se sei un artista e desideri avere visibilità, ti suggeriamo di rivolgere le tue attenzioni su Nifty Gateway. Si tratta di una piattaforma che seleziona solo le persone di maggior talento, quelle cioè che offrono un reale valore con la propria opera digitale.
Altre piattaforme per investire in NFT sono:
- NBA Top Shot: sito che raccoglie i momenti storici della pallacanestro statunitense;
- Valuables: portale che offre la possibilità agli utenti iscritti di acquistare tweet;
- CryptoKitties: piattaforma che ospita i cosiddetti gattini crittografici, da cui ha avuto inizio la NFT-mania nel 2017.
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Cosa contengono gli NFT
Dopo tutte queste informazioni, probabilmente ti starai chiedendo che cosa contiene un NFT in concreto. Vuoi una risposta banale? Molto poco, o meglio, meno di quanto tu possa immaginare. Tutto quello che si trova dentro un token unico sono alcune proprietà e l’hash del file.
Prendiamo come esempio il nuovo proprietario dell’opera di Beeple, venduta all’asta per oltre 60 milioni di dollari. Dopo la sua folle spesa, quello che gli rimane è un certificato all’interno della blockchain di Ethereum con l’identificativo unico del contratto stipulato. Inoltre, questo certificato contiene le proprietà del token e l’hash del file che ospita l’immagine dell’artista Beeple.
I rischi
E qui torniamo al già citato “bragging rights“, traducibile in italiano come “diritto di vantarsi“. Se infatti ci soffermiamo su quali sono i diritti dell’acquirente di un NFT, a conti fatti si può affermare che questa persona possieda un token unico che rimanda a un’opera digitale. Attenzione: nella maggior parte dei casi i diritti dell’acquirente sono solo sul token acquistato, non sull’opera.
Che cosa significa? Nulla vieta a Beeple – sì, ancora lui – di rivendere la stessa opera “Everydays: the first 5000 days” modificando un unico pixel, in modo da cambiare anche l’hash. Oppure, l’artista può decidere in qualsiasi momento di proporre il medesimo quadro su una piattaforma diversa, senza che il primo acquirente possa protestare in alcun modo.
Tale scenario, anche se all’inizio può sembrare surreale, è legittimato dal regolamento stesso delle piattaforme che agiscono come intermediarie tra il creatore dell’opera digitale e l’acquirente dell’NFT. A questo proposito, il sito Valuables chiarisce come l’acquisto di un NFT non garantisce al proprietario del token alcun diritto sull’opera venduta, nel caso specifico un tweet.
C’è poi un’altra importante questione da rimarcare. Soltanto alcuni NFT contengono le condizioni contrattuali della compravendita. Nella maggior parte dei casi, infatti, sono inserite solo sulla piattaforma che fa da intermediatrice tra l’acquirente e il venditore. E questo è un problema di cui tenere conto, perché le condizioni potrebbero essere annullate qualora il sito web in questione cessi la sua attività.
La nostra guida sugli NFT termina qui. Che idea ti sei fatto? Pensi che il mercato dei token unici possa essere per te una strada percorribile.
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