Com’è andato lo sbarco di Nokia sulla Luna

Il piano di Nokia era ambizioso: effettuare la prima telefonata con il cellulare sulla Luna, in seguito all’implementazione della prima rete cellulare 4G/LTE sulla superficie del nostro satellite.

Da quanto si apprende da fonti ufficiali Nokia, la missione è riuscita soltanto a metà: da una parte Nokia è stata in grado di dispiegare la rete 4G/LTE nella regione del polo sud lunare, vale a dire il punto più meridionale della Luna; dall’altra parte però, a causa dell’atterraggio sul fianco del lander Athena di Intuitive Machine (l’azienda statunitense specializzata nella produzione di lander lunari che ha collaborato insieme a Nokia alla missione IM-2), non è stato possibile effettuare la prima chiamata telefonica cellulare dalla Luna.

Nokia Moon

Nokia pronta a scrivere la storia

Nonostante dunque il finale agrodolce, il presidente di Nokia Bell Labs Solutions Research Thierry Klein si è detto orgoglioso per aver stabilito la prima rete cellulare sulla Luna, affermando che “lo spazio è difficile, ma è sempre stato nel DNA di Nokia Bell Labs affrontare le sfide più difficili”.

Parole che lasciano spazio a nuove missioni spaziali da parte di Nokia. D’altronde, prima che il lander Athena si spegnesse per la mancanza di energia causata dall’atterraggio problematico, Nokia è riuscita ad avere una finestra di funzionamento utile di 25 minuti, durante la quale ha completato varie operazioni con il suo Lunar Surface Communications System (LSCS).

Stando alle dichiarazioni di Klein, “i dati emersi dimostrano come i componenti commerciali che collegano miliardi di persone sulla Terra possono essere adattati per funzionare anche sulla Luna”. Da qui la volontà del numero uno di Nokia Bell Labs di riprovare nel prossimo futuro nuove missioni “al fianco di NASA e altri partner dell’industria spaziale per dimostrare la fattibilità della tecnologia cellulare per l’esplorazione dello spazio”.

In conclusione si può affermare quindi che la missione IM-2 di Nokia e Intuitive Machines, nonostante non sia riuscita completamente, apre di fatto la strada a future comunicazioni sulla Luna.

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